“Basta” sognare: breve lettera di una vicina di casa.

“Innanzitutto esprimo gratitudine a coloro che hanno permesso la pubblicazione di queste poche righe, semplici ma sentite. Tenterò, brevemente, di esprimere ciò che da tempo volevo condividere. L’oggetto dei miei sogni è la mia città, ciò che di essa non si vede! Sulla scia del progetto promosso dall’architetto Renzo Piano, colgo l’occasione per dare voce ai luoghi che sentiamo nostri ma che spesso non riconosciamo come tali.

Nichelino, considerata per anni città dormitorio, ultimamente ha tentato di “risvegliarsi” promuovendo centri culturali attivi, basti pensare alla Biblioteca Civica Arpino e al Teatro Superga, luoghi che ne hanno permesso la piena valorizzazione.

Nonostante il grande sforzo di alcuni personaggi politici nel voler dare un nuovo colore alla nostra città, alcuni luoghi, tutto oggi, sono abbandonati a sè. Frequenti sono le zone dove numerosi gruppi di giovani cittadini si riuniscono e giacciono senza un obiettivo preciso, si sentono artisti scrivendo “poesie” indecenti sui muri e abbozzano disegni provocatori di ogni genere. Ma quei ragazzi sono i nostri ragazzi che semplicemente non sono stati abituati a riflettere sulla bellezza della città e dei luoghi che li circondano. Ma nulla è perduto, non smarriamo anche noi il senso della nostra vita! La mia piazza (Piazza Modigliani) è la realtà appena escritta. Spesso mi è capitato di osservare dal mio cortile alcuni signori che con semplicità e umiltà cercano di ridare dignità al portone sotto casa, pulendo i marciapiedi lasciati imbrattati la sera prima dai quei ragazzini.

Io e la mia giovane vicina di casa, una ragazza poco più che ventenne, immaginando una piazza migliore, abbiamo creduto che fosse necessario non continuare solo a sognare.

Così desideriamo tirarci su le maniche riverniciando i muri, ripristinando le fioriere e provando a coinvolgere, anche solo con lo sguardo, quei ragazzi che poi in fondo, ripeto sono i nostri. Abbiamo pensato che dimostrare il bello, il pulito e il rispetto sia l’obiettivo di ogni cittadino. Ognuno ha il dovere di pensare che ciò che è pubblico sia di tutti e che l’unione arricchisce e fortifica lo spirito.

Nella speranza che si sblocchi ciò che appare macchinoso, ci auguriamo che Piazza Modigliani possa rappresentare il trampolino di lancio per la nostra Nichelino e che ognuno senta il bisogno di voler fare un po’ di più per il bene di tutti.

E ricordiamo che, da una piccola ma solidale rete ne può nascere una sempre più attiva e partecipata, solo se non smettiamo mai di sognare che la rete siamo noi!”

Questa è la breve lettera scritta dalla mia vicina di casa Silvana, la quale una sera di circa due mesi fa mi ha proposto questa bellissima idea: facciamo tornare il quartiere come ai tempi d’oro.

Il 3 Maggio potremo finalmente  realizzare questo piccolo sogno grazie alla manifestazione Ricuciamo gli spazi ispirata al progetto di Renzo Piano, dal quale tutto è partito.

Ci teniamo a sottolineare che la manifestazione, sebbene sia inserita in un contesto politico, è partita da una casa e due teste autonome, due cittadine. Per questo invitiamo la popolazione che si reputa “attiva” a partecipare a questo gesto simbolico, per far vedere che la bellezza e la collaborazione giova a tutti.

La manifestazione

Sabato verranno prima di tutto pitturate le fioriere e piantati i fiori sulla nostra piazza, in segno di cura, bellezza e decoro. Inoltre ci saranno tante attività come ad esempio “Il quartiere che vorrei” per i bimbi, musica, giorchi etc. per la riappropriazione della mentalità comunitaria nel nostro quartiere.

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 Dopo Manifestazione

E’ intenzione di alcuni abitanti di Piazza Modigliani prendere in mano i rulli e  ripulire i muri oltraggiati negli anni.
 RICORDIAMO che quest’attività è scollegata dalla manifestazione e da ogni  partecipazione politica.

 

 RENZO PIANO

 “Le periferie sono la città che non sa di esserlo“,  dice Piano, ma specularmente si  potrebbe quindi affermare che questo modo di porre la questione indica  l’inconsapevolezza di quanto sia vero il contrario, che da oltre un secolo a questa parte l’espansione urbana ha fatto diventare ciò che non appartiene al centro storico la parte preponderante delle città.

«Anche in Australia e in America incominciano a chiedermi di compiere questa operazione, ora che hanno un paio di secoli di storia urbanistica alle spalle. Trent´anni fa intellettuali fini dell´ambientalismo come Mario Fazio ci suggerivano di recuperare i centri storici. Sfida raccolta e vinta. Oggi dobbiamo salvare le periferie. Dalle banlieue parigine, alle favelas del terzo mondo, ai nostri quartieri dormitorio sulle colline di Genova, come nei sobborghi romani».

E sui nuovi appalti Piano aggiunge: «Bisogna smettere di costruire, di diffondere il brutto per poi chiamarlo trash. Finisce che poi il trash urbanistico passa quasi per bello, basta che ogni tanto ci si metta in mezzo quella che gli inglesi chiamano perfidamente l´aringa rossa, magari un bel grattacielo svettante sul quartiere spazzatura. Anche Milano non deve esplodere con nuovi quartieri selvaggi, ma implodere su quanto già c´è. Le periferie sono brutte, senza qualità diffusa, perché non ci hanno costruito le condizioni della vera vita vissuta, che non si crea solo con case e negozi. Ci vuole tutto il resto, a incominciare dal verde, dalle scuole, dagli impianti sportivi, dalle librerie, dai giardini».

Ed è Da qui che Noi vogliamo ripartire.

To be continued…

 

Lavinia